Eventi ANDI Campania

4° Convegno ANDI CampaniaTorna all'elenco


4 CONVEGNO ANDI CAMPANIA
25 e 26 Settembre 2009
Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Salerno

Presidente del Convegno
Prof. Raimondo Pasquino


ANDI Campania, grazie alla collaborazione e all’esperienza maturata negli anni dalle sezioni di Salerno e Caserta (12° Memorial Andi Salerno e 9° Masterday saranno parte integrante del Convegno), è riuscita a realizzare l’idea di un congresso regionale al passo con i tempi, che coinvolge tutte le componenti della filiera del dentale e che vede la partecipazione di relatori di chiara fama, provenienti da diverse Università italiane e straniere.
Il Convegno, inserito nel circuito ANDI Eventi, affronta temi di Terapia Implantare, di Endodonzia, di Marketing per odontoiatri e personale di studio e di aggiornamento pratico/teorico per igienisti, con una Tavola Rotonda Sindacale sul tema “Donne odontoiatra: professioniste e imprenditrici” che vedrà la partecipazione dei vertici nazionali dell’associazione.


PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO
Dott. Carlo Donadio - Presidente ANDI Campania
Prof. Raimondo Pasquino - Magnifico Rettore Università degli Studi di Salerno
On. Edmondo Cirielli - Presidente Provincia di Salerno
On. Vincenzo De Luca - Sindaco di Salerno
Prof. Bruno Ravera - Presidente OOMM Salerno
Dott. Ottavio Delfino - Coordinatore CAO Campania
Prof. Gregorio Laino - Università degli Studi di Napoli SUN
Prof. Massimo Amato - Università degli Studi di Napoli Federico II
Dott. Mario Catena - Presidente ANDI Salerno
Dott. Gioacchino Pellegrino - Presidente ANDI Caserta
Prof. Ludovico Sbordone - Università degli Studi di Pisa

COMITATO SCIENTIFICO
Dott. Carlo Donadio - Presidente ANDI Campania
Dott. Mario Catena - Presidente ANDI Salerno
Dott. Gioacchino Pellegrino - Presidente ANDI Caserta
Dott. Giovanni Corvo - Segretario Culturale ANDI Campania
Dott. Duilio Carlucci - Segretario Culturale ANDI Benevento
Dott. Antonio Di Mauro - Segretario Culturale ANDI Avellino
Dott. Luigi Galasso - Segretario Culturale ANDI Napoli
Dott.ssa Giustina Napoli - Segretario Culturale ANDI Salerno
Dott. Antonio Ventrone - Segretario Culturale ANDI Caserta
Prof. Ludovico Sbordone - Università degli Studi di Pisa



PROGRAMMA DI IMPLANTOLOGIA

9 Crediti ECM
Sala A - Odontoiatri

Presiede Prof.ssa Antonella Polimeni

Prof. Vincent J. Iacono
Lo sviluppo del sito implantare

Prof. Luigi Califano
Ricostruzione pre-implantare dei mascellari. Indicazioni e tecniche

Prof. Claudio Marchetti
Opzioni rigenerative nella moderna chirurgia pre-implantare

Prof. Ludovico Sbordone - Dott. Franco Guidetti
Gli innesti ossei in chirurgia ricostruttiva implantare

Prof. Marco Baldoni - Dott. Fabrizio Carini
Ingegneria tissutale nelle scienze chirurgiche: il trattamento del difetto osseo in parodontologia e chirurgia implantare avanzata

Dott. Giuseppe Luongo
La semplificazione delle procedure attraverso l'utilizzo dei moderni software implantari

Sala A - Odontoiatri
Introduce Dott. Giovanni Corvo
Presiede Prof. Angelo Itro

Prof. Giuseppe Colella
L'impiego di impianti dentari nei pazienti radiotrattati

Prof. Carlo Cafiero
L'impianto post-estrattivo: indicazioni e limiti

Prof. Gregorio Laino
Gli incrementi dei siti implantari: tecniche e risultati istologici a confronto

Prof. Vincenzo Piras
Predicibilità di risultato attraverso sistemi diagnostici di biologia molecolare: DNA FINDER

PROGRAMMA DI ENDODONZIA

4 Crediti ECM
Sala B - Odontoiatri

Presiede Prof. Massimo Amato

Dott.ssa Veronica Orsi
Il paziente riferito all'endodontista: problematiche diagnostiche e operative

PROGRAMMA DI MARKETING

4 Crediti ECM
Sala B - Odontoiatri e Personale di studio

Presiede Dott. Antonio Di Bellucci

Prof. Antonio Pelliccia
Analisi dei costi e aumento dei servizi per ridurre le criticità di mercato

PROGRAMMA PER IGIENISTI

4 Crediti ECM
Sala C - Igienisti

Presiede Dott. Giancarlo Paga
Modera Dott.Vito Silvestri

Linee guida e protocolli operativi per l'igienista dentale

Dott.ssa Nicoletta De Chiara
Malattia parodontale e strategie di controllo alimentare

Dott.ssa Carolina Porzio
La motivazione all'igiene orale: punto di partenza per il successo della terapia parodontale

Dott.ssa Paola Pessolano
Formazione continua e relazione clinica

Dott. Gennaro Capaldo
Medicina parodontale

Dott.ssa Gabriella Losito
Le competenze dell'igienista laureato in Scienze delle Professioni Sanitarie

Dott. Massimiliano Baiano
Terapia parodontale di sostegno nei pazienti parodontali e riabilitati con protesi tradizionali e implantari

Dott.ssa Clelia Mazza
Basic Package of Oral Care: nuova strategia dell'OMS per la salute orale

PROGRAMMA PER IL PERSONALE DI STUDIO

Sala C - Personale di studio
Presiede Dott. Andrea Favati
Introduce Dott. Carmine Anzisi

Dott. Sergio Nucci
Ergonomia per l'assistente alla poltrona

Dott. Roberto Maffei
Concetti di igiene, disinfezione e sterilizzazione in implantologia: linee guida

Dott. Gioacchino Pellegrino - Dott. Francesco Antonucci
Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro: D.L. n°81/08. Aggiornamento per i dipendenti

TAVOLA ROTONDA SINDACALE

Sala A - Odontoiatri
Coordina Dott.ssa Giustina Napoli

Donne odontoiatra: professioniste e imprenditrici. Affrontare le criticità dell'impegno femminile
nella libera professione

On. Mara Carfagna - Ministro per le Pari Opportunità
Gen. Vito Bardi - Comandante Interregionale dell'Italia Meridionale della Guardia di Finanza
Prof. Enrico Gherlone - Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
Dott. Amedeo Bianco - Presidente FNOMCeO
Dott. Roberto Callioni - Presidente ANDI Nazionale
Dott. Gianfranco Prada - Segretario Sindacale ANDI Nazionale
Dott.ssa Anna Patrizia Ucci - Vice Presidente ANDI Bergamo
Dott.ssa Patrizia Biancucci - Componente Commissione per le Pari Opportunità - Comitato centrale FNOMCeO
Prof.ssa Mirella Giannini - Dipartimento di Sociologia Università degli Studi di Napoli Federico II
Dott.ssa Danila Mercuri - Area Servizi e Professionisti della SOSE

WORKSHOP GEISTLICH

Sala A - Odontoiatri

Dott. Alfonso Caiazzo
La gestione dei piccoli difetti ossei in implantologia

Lo sviluppo del sito implantare
Prof. Vincent J. Iacono

L'innesto sinusale, introdotto da Boyne (1985) e Tatum (1986), si è ormai affermato come metodo di trattamento per migliorare le probabilità di successo dell'impianto nella mascella posteriore. Il trapianto sinusale viene effettuato con numerose varianti procedurali e molti materiali diversi. Malgrado i successi ottenuti, vi è però una scarsa quantità di studi clinici prospettici e documentati per le varie tecniche e per i diversi materiali impiegati. Questa presentazione fornisce una panoramica di varie guide, bassa velocità, manipolo piezoelettrico e tecniche chirurgiche che utilizzano xenografts, allotrapianti e autografts, con in più nuove informazioni sui fattori di crescita e differenziazione (BMP). In particolare, saranno discussi i risultati e le conclusioni del cardine, randomizzati, in parallelo la valutazione di osso umano ricombinante morfogenetici protein-2/absorbable collagene spugna (rhBMP-2/ACS) e innesti ossei ...e si concluderà con una discussione circa i fattori di rischio che possono contribuire al successo o all'insuccesso del trattamento.

Ricostruzione pre-implantare dei mascellari. Indicazioni e tecniche
Prof. Luigi Califano

L’implantologia osteointegrata è tuttora la soluzione più brillante nei casi di edentulia parziale o totale. Raramente, però, la situazione morfologica ossea dei mascellari è compatibile con l’iserimento di impianti osteointegrati. L’incompatibilità con la risoluzione implantologica è generalmente causata dall’accanimento terapeutico nel mantenere elementi dentali assai compromessi dal punto di vista parodontale, dall’uso protratto di protesi totali e infine dall’azione destruente di traumi del massiccio facciale. La sfida del futuro è concentrata, quindi, sul trattamento di tali incompetenze morfologiche delle basi ossee del paziente. L’evoluzione delle tecniche, dei materiali, della morfologia implantare e, non ultima, della componentistica protesica, ha ulteriormente semplificato le modalità per portare a termine con successo la riabilitazione di edentulie anche estese. Maggiori difficoltà, invece, sono sempre state incontrate nella riabilitazione implantoprotesica di edentulie associate a difetti ossei più o meno accentuati, legati non solo ad atrofia grave, ma anche a esiti postraumatici, postoncologici e malformativi. In passato si applicavano gli impianti dove era possibile, lasciando poi al protesista i problemi della risoluzione protesica, il più delle volte insoddisfacente sia da un punto di vista estetico che funzionale. Negli ultimi anni questa tendenza si è decisamente invertita a favore di una pianificazione implantare guidata. Una progettazione protesica mediante ceratura diagnostica sul modello rappresenta la prima fase della programmazione chirurgica, che ci permette di collocare impianti nella porzione più ideale possibile. Gli autori presentano una serie di casi clinici trattati nel proprio istituto secondo le indicazioni, le tecniche e le metodiche ricostruttive implantari più avanzate.

Opzioni rigenerative nella moderna chirurgia pre-implantare
Prof. Claudio Marchetti

Il posizionamento di impianti osteointegrati nelle selle edentule con atrofie avanzate richiede un incremento osseo preliminare. Verranno pertanto presentate le diverse metodiche di chirurgia rigenerativa oggi a disposizione del chirurgo orale e implantologo: tecnica a inlay, tecnica a onlay, tecnica con griglie in titanio. Ogni tecnica verrà corredata di dati istologici, dati di letteratura, vantaggi e svantaggi.
Saranno altresì menzionate alcune tecniche chirurgiche di maggiore complessità, quali l’osteodistrazione e la osteotomia del mascellare superiore di Le Fort 1 con innesti ossei massivi.

Gli innesti ossei in chirurgia ricostruttiva implantare
Prof. Ludovico Sbordone - Dott. Franco Guidetti

Una delle problematiche principali da fronteggiare nella ricostruzione delle creste alveolari atrofiche con innesti ossei di apposizione è rappresentata dalla prevenzione, diagnosi e gestione delle complicanze, inclusi i fenomeni di riassorbimento osseo che occorrono nella fase di guarigione.
Gli autori esaminano, alla luce di “case series” presentate e di studi retrospettivi e prospettici personali, i diversi fattori. In particolare vengono prese in considerazione: la variabilità delle tecniche chirurgiche selezionate, la microarchitettura e l’origine embriologica del prelievo osseo eseguito, le condizioni basali della cresta atrofica, il ruolo di possibili processi infettivi.
L’influenza delle possibili variabili elencate viene valutata in relazione a parametri clinici e radiografici e anche in relazione alla sopravvivenza a lungo termine degli impianti a osteointegrazione che vengono posizionati nelle aree ricostruite. I risultati ottenuti mettono in luce come la procedura di ricostruzione di creste alveolari atrofiche tramite innesti ossei liberi possa essere una procedura prevedibile se vengono strettamente osservati rigidi principi procedurali. Per quanto attiene la scelta ottimale delle sedi di prelievo è importante valutare il ruolo delle possibili complicanze in relazione alle diverse sedi.

Ingegneria tissutale nelle scienze chirurgiche: il trattamento del difetto osseo in parodontologia e chirurgia implantare avanzata
Prof. Marco Baldoni - Dott. Fabrizio Carini

Gli esiti della malattia parodontale (PD) si manifestano con la distruzione del parodonto, sistema comprendente il cemento radicolare, l'osso alveolare, la gengiva e il legamento parodontale (PDL), e risultano essere la maggior causa di perdita di elementi dentari negli adulti.
La riparazione del parodonto e la rigenerazione dei tessuti parodontali sono l'obiettivo principale nel trattamento delle PD. Diverse tecniche di Ingegneria Tissutale, mediante l'utilizzo di cellule staminali adulte (aSC), sono state proposte per l'ottenimento di una completa, predicabile e riproducibile rigenerazione del parodonto. Numerosi gruppi di ricerca hanno ipotizzato la presenza all'interno del PDL di cellule progenitrici che migrano dagli spazi endostali ed hanno caratteristiche di cellule staminali che potrebbero essere responsabili della stimolazione per la differenziazione in cementoblasti, osteoblasti o cellule del PDL (Seo 2004, Morsczeck 2005, Kawanabe 2006, Bartold 2006). Attualmente la ricerca scientifica è orientata verso l'utilizzo di MSCs provenienti da due diverse linee di prelievo: tramite prelievi ematici da Midollare ossea (BMSCs) (D'Errico 1999, Krebsbach 2002, Hasegawa 2006, Song 2007, Zhao 2008); oppure da cellule del PDL (PDLSCs) di III molari estratti (Seo 2004, Gay 2007, Jo 2007, Trubiani 2006).
La maggior parte degli autori considerano che le SCs ottenute da PDL estratto possano essere la scelta migliore per la rigenerazione parodontale (Seo 2004, Sonoyama 2006, Bartold 2006, Fuji 2008). Seo et al. (2004) riscontra che la capacità di formare colonie di fibroblasti da parte delle PDLSCs è di circa 12 volte maggiore rispetto a quella delle BMSCs (170 per PDLSCs e 14 per BMSCs per 105 cellule/piasta).

La semplificazione delle procedure attraverso l’utilizzo dei moderni software implantari
Dott. Giuseppe Luongo

I sistemi di radiologia digitale 3D (Dentascan, Maxiscan ecc.) hanno conosciuto un notevole sviluppo nell’ultimo decennio. Questa tecnologia consente oggi di ottenere immagini tridimensionali perfettamente corrispondenti alla realtà anatomica. Il parallelo sviluppo di software di elaborazione dei dati radiologici permette oggi di eseguire una pianificazione virtuale del trattamento implanto protesico con una accuratezza mai possibile con gli strumenti radiologici convenzionali. La possibilità di interfacciarsi con sistemi di realizzazione tridimensionale permette di realizzare guide chirurgiche perfettamente corrispondenti alla pianificazione virtuale. Queste guide, ancorate ai mascellari, consentono all’operatore di eseguire un intervento chirurgico in assoluta conformità a quanto pianificato al computer. Con la medesima accuratezza è possibile realizzare una protesi ad ancoraggio implantare che potrà essere applicata, con modeste o talora con nessuna modifica, immediatamente dopo la chirurgia. Verrà presentata una disamina degli attuali sistemi in commercio analizzandone caratteristiche, indicazioni e tecniche di utilizzo.

L’impiego di impianti dentari nei pazienti radiotrattati
Prof. Giuseppe Colella

Il trattamento chirurgico del carcinoma orale spesso esita in alterazioni anatomiche che menomano notevolmente la funzione. La ricostruzione dei difetti complessi può richiedere l’impiego di lembi rivascolarizzati e impianti dentari. Il trattamento oncologico può a sua volta richiedere l’impiego anche della radioterapia o della combinazione tra radio e chemioterapia. Questi trattamenti possono creare delle condizioni critiche per una riabilitazione impiantare. Il fallimento implantare in pazienti radiotrattati è dovuto ai cambiamenti indotti dalle radiazioni sia nei tessuti duri che molli. Riguardo il sito di posizionamento, il miglior tasso di successo è quello riportato dall’innesto vascolarizzato, significativamente superiore a quello mascellare. In caso di osso residuo, risultati migliori si ottengono nella mandibola rispetto al mascellare. Riguardo la dose di radiazione, il fallimento implantare è presente solo con dosi superiori a 45 Gy. Non ci sono legami significativi tra la dose di RT e il tasso di fallimento implantare. Un legame significativo non è presente tra fallimento implantare e tempo intercorrente tra RT e posizionamento degli impianti. Le uniche perdite implantari legate alla perdita di osteointegrazione dovuta alla RT sono quelle osservate tra 1 mese e 12 mesi dalla RT.

L’impianto post-estrattivo: indicazioni e limiti
Prof. Carlo Cafiero

La stabilità primaria è la condizione indispensabile per ottenere il successo in terapia implantare: essa è legata allo stretto contatto osso-impianto al fine di ridurre al minimo i micro movimenti nella fase di guarigione iniziale. Nella pianificazione dell’intervento di inserimento di impianti post-estrattivi bisogna considerare le variabili anatomiche legate alla morfologia radicolare dell’elemento estratto. L’alveolo deputato all’inserimento di un impianto post-estrattivo deve possedere pareti integre e, nel settore latero posteriore, setto interradicolare integro. I risultati della letteratura scientifica in nostro possesso dimostrano che l’impianto non previene il riassorbimento alveolare post-estrattivo, che le pareti alveolari costituiscono la matrice per una GBR immediata del gap perimplantare, che il gap perimplantare richiede sempre tecniche di GBR e infine che la GBR con materiali riassorbibili può essere efficace.

Gli incrementi dei siti implantari: tecniche e risultati istologici a confronto
Prof. Gregorio Laino

Scopo del lavoro presentato è la valutazione e il confronto tra loro di metodiche di incremento delle ossa mascellari con finalità implantare. Innegabilmente si è assistito, nel corso degli anni , una volta accettate le basi scientifiche della moderna implantologia, ad una modifica concettuale importantissima per il corretto posizionamento degli impianti nel cavo orale. Si è passati da una fase di posizionamento di impianti nei siti dove era presente una sufficiente quota di osso alveolare, al posizionamento nel sito dove l’impianto doveva essere posto, anche se con insufficiente supporto osseo. Si è entrati, quindi, nell’era dell’implantologia protesicamente guidata, e di qui la necessità di ricreare, ove carente, le condizioni anatomiche di un corretto supporto osseo all’impianto. Si è assistito, quindi, nel tempo ad una serie di tentativi di incremento delle basi scheletriche con le tecniche più varie, con i materiali più vari.
Nella pratica ambulatoriale dell’odontoiatra e del chirurgo orale debbono essere fruibili tecniche chirurgiche, il più possibile semplici, affidabili e dai risultati predicibili. Il tutto con un grado di comfort per il paziente il più accettabile possibile. L’argomento di questo lavoro è quello di valutare, con esperienze cliniche dirette, alcune tecniche chirurgiche, che utilizzano prevalentemente innesti di osso autologo, per la rigenerazione dei deficit ossei dei mascellari a fini implantari, monitorando il risultato anatomico, la qualità dei tessuti di supporto, la qualità e la istologia dell’osso sede dell’incremento ottenuto.

Predicibilità di risultato attraverso sistemi diagnostici di biologia molecolare: DNA FINDER
Prof. Vincenzo Piras

L’odontostomatologo si trova spesso di fronte a pazienti portatori di sindromi o di malattie sistemiche e per curarli è normalmente preparato. Fino ad oggi, la diagnosi di batteri aggressivi causa di patologi di interesse odontoiatrico e sistemico presenti nel C.O. non è possibile se non utilizzando un laboratorio esterno. La presenza di ceppi “pericolosi” nel c.o. di un paziente potrebbe essere causa di una patologia anche devastante e la causa potrebbe essere una manovra condotta in maniera tecnicamente corretta ma senza la conoscenza della mappa del pericolo di patologia procurata. Il DNA Finder è uno strumento che permette una diagnosi precoce rapida e sicura circa la presenza di questi patogeni e assicura al medico la possibilità di non incorrere nel cosiddetto lato oscuro della patologia.

Il paziente riferito all'endodontista: problematiche diagnostiche e operative
Dott.ssa Veronica Orsi

Grazie alle nuove tecniche e allo strumentario moderno, oggi si è enormemente elevata la percentuale di successo delle terapie endodontiche e ciascun operatore è in grado di effettuare trattamenti canalari in modo routinario e in tempi ridotti. Tuttavia difronte a casi particolarmente complessi, sia dal punto di vista diagnostico che procedurale, i colleghi inviano il paziente all'endodontista per la risoluzione terapeutica e la riparazione di possibili errori iatrogeni. Nonostante in letteratura siano ben definiti i parametri per eseguire una corretta diagnosi endodontica (test di vitalità, presenza di sintomi, lesione periapicale, sondaggio parodontale, etc), talvolta può risultare complesso visualizzare precocemente una rima di frattura o individuare l'elemento responsabile di una determinata sintomatologia dolorosa. Una diagnosi scorretta porta inevitabilmente ad un errore terapeutico. Al contrario, la corretta individuazione dell'elemento responsabile della patologia endodontica e una terapia d'urgenza, porta molto spesso alla risoluzione di sintomatologie persistenti. Dal punto di vista operativo, le maggiori difficoltà si riscontrano durante l'apertura della cavità d'accesso, in presenza di anatomie complesse o di calcificazioni che possono impedire il corretto reperimento dei canali originali; errori in “difetto” implicano il mancato reperimento di tutti i canali realmente esistenti; errori in “eccesso” comportano un'eccessiva rimozione di dentina sana e il rischio di creare perforazioni. Nei ritrattamenti le maggiori complessità sono legate alle possibilità di rimuovere precedenti ostacoli per poter accedere al sistema canalare, al fine di detergerlo, sagomarlo ed otturarlo. L'endodontista, grazie all'utilizzo del microscopio operatorio associato ai moderni strumentari, si confronta quotidianamante col trattamento di casi endodontici complessi, al fine di reperire canali precedentemente dimenticati, rimuovere perni in fibra o metallici e strumenti fratturati all'interno del lume canalare, sigillare perforazioni iatrogene e apici di ampio diametro tramite MTA. Di primaria importanza il ruolo dell'endodontista, difronte ad alcuni quesiti: Ritrattare o meno un elemento se non presenta segni e sintomi, sebbene la precedente terapia endodontica sia inadeguata? Come regolarsi con il paziente per quanto riguarda la prognosi, costi e benefici? Quali possono essere le implicazioni dal punto di vista medico-legale? (Il piano di trattamento endodontico in funzione pre-protesica, ovvero la rivalutazione di un elemento su cui dovrà essere eseguito un nuovo restauro protesico, può suscitare notevole discussione, mettendo a confronto le diverse opinioni di illustri Opinion Leaders).
Difronte all'attuale dilemma terapeutico: “meglio il ritrattamento endodontico o l'estrazione e la sostituzione con un impianto?, è fondamentale il ruolo dell'Endodontista nel decidere fino a che punto un dente è recuperabile endodonticamente e quando invece non ci sia altra soluzione se non l'estrazione e l'impianto.

Analisi dei costi e aumento dei servizi per ridurre le criticità di mercato
Prof. Antonio Pelliccia

Il corso ha la finalità di migliorare la gestione economica, fiscale e finanziaria dello studio dentistico, o del professionista. La conoscenza delle più importanti e utili metodologie economiche di controllo dell'attività, rappresentano il fondamentale strumento per produrre e ottimizzare i costi e i profitti generati dall'attività medica. Saranno illustrate le metodologia del Management specificatamente alla gestione dei costi dello studio dentistico e illustrati gli strumenti a disposizione per svolgere il delicato ruolo di controllo. Alcuni esempi in aula renderanno interattiva la formazione. Il modulo iniziale del mattino prevede principalmente la spiegazione delle discipline del management relative alla gestione dell'attività dal punto di vista manageriale delle risorse economiche, umane e di mercato. Si procederà alla determinazione del costo orario dello studio odontoiatrico, alla formulazione di metodologie di organizzazione dei processi produttivi per l'ottimizzazione dei risultati clinici ed economici per l'odontoiatra e per i pazienti. Particolare attenzione sarà data al concetto di competenza del team odontoiatrico e alle sinergie che da esso ne derivano. Il modulo conclusivo verterà sulle problematiche gestionali quotidiane che generano le criticità del management. Si procederà all'esame dei vari problem solving attraverso le metodologie frutto delle discipline economiche e dell'organizzazione. Particolare attenzione sarà posta alla gestione del Risk Management, alla riduzione dei rischi economici e gestionali, alle metodologie per la crescita del mercato, alle strategie di sviluppo dell'attività. I partecipanti interverranno in modo dinamico con il relatore.

Malattia parodontale e strategie di controllo alimentare
Dott.ssa Nicoletta De Chiara

Numerose evidenze scientifiche hanno messo in luce la correlazione esistente tra malattia parodontale e stress ossidativo, indicando come quest'ultimo costituisca un “fattore di rischio” emergente per il paziente parodontopatico. Gli eventi che portano alla distruzione del tessuto parodontale, durante il processo infiammatorio tipico delle parodontiti, sono determinati da un complesso meccanismo di interazioni mediati sia dalla presenza della noxa patogena sia dalla risposta immunitaria dell'organismo ospite.
L'attivazione dei polimorfonucleati (PMN), come risultato della stimolazione dell'antigene batterico, porta alla produzione dei ROS (specie reattive dellíossigeno), capaci di biodegradare i componenti della matrice extracellulare, determinando un danno ossidativo a tessuto gengivale, legamento parodontale e osso alveolare. Scopo del presente lavoro è analizzare l'influenza di un corretto regime alimentare, quale giusto apporto di antiossidanti, sullo stato di salute di un individuo e, in senso stretto, sul cavo orale, nel tentativo di fornire all'igienista dentale un approccio innovativo da addizionare ai tradizionali presidi terapeutici per il trattamento della malattia parodontale.

La motivazione all'igiene orale: punto di partenza per il successo della terapia parodontale
Dott.ssa Carolina Porzio

La motivazione ha come obiettivo quello di far comprendere al paziente l'importanza dell'igiene domiciliare per la salute del cavo orale. L'operatore deve possedere capacità comunicative e tecniche affinché il paziente possa capire il piano di trattamento ma soprattutto il ruolo che lui stesso avrà per mantenere nel tempo i risultati ottenuti. L'igienista dentale dovrà perciò acquisire capacità di comprensione psicologica per capire i problemi dei pazienti, le loro ansie e paure; deve mostrarsi sensibile nei confronti delle loro problematiche, ma allo stesso tempo essere stimolante, disponibile e sicuro attraverso un insieme di parole, gesti esempi e mezzi di comunicazione per poter stabilire un rapporto di fiducia e ottenere così una maggiore collaborazione, fondamentale per il successo del trattamento parodontale.

Formazione continua e relazione clinica
Dott.ssa Paola Pessolano

L'autrice, dopo un breve excursus sulle mansioni dell'igienista dentale, rivaluta le risorse alle quali si può far ricorso al fine di proporsi e proporre nuove tecniche e metodologie di approccio terapeutico, il più possibile vicino alle esigenze che riguardano il paziente. La personalizzazione del trattamento è sempre basilare: non bisogna trascurare gli aspetti conoscitivi-comportamentali, il background sociale e la motivazione della persona che si ha in cura. Nella motivazione, e meglio ancora, nel bisogno della persona si riconoscere tutto il potenziale utile sul quale poter far leva portando il livello di compliance al massimo.
Il lavoro verte su: conoscenze e applicazioni del trattamento terapeutico supportato dall'uso del laser: in terapia parodontale non chirurgica come detossificante e desensibilizzante; l'utilizzo di mezzi informativi e dimostrativi della nocività in relazione al fumo e quindi relativo counselling antitabagico; promozione di un corretto stile di vita anche su base alimentare; evoluzione del concetto di igienista dentale: figura professionale tutor interagente in continua evoluzione.

Medicina parodontale
Dott. Gennaro Capaldo

Nasce nel 2000 una nuova branca della Parodontologia che studia il ruolo della malattia parodontale sulla salute generale. Mentre in precedenza si considerava solo il ruolo delle malattie sistemiche quali fattori di rischio per la parodontite, oggi si valuta anche il ruolo della parodontite quale fattore di rischio per le malattie sistemiche. Sono presi in considerazione i meccanismi patogenetici che stanno alla base di queste correlazioni.

Le competenze dell'igienista laureato in Scienze delle Professioni Sanitarie
Dott.ssa Gabriella Losito

L'attenzione della comunità scientifica mondiale è concentrata sulla assoluta necessità di prevenire molte patologie, attraverso l'informazione circa i fattori di rischio, e di fornire soluzioni adeguate attraverso la programmazione di piani sanitari congrui. Come laureato in Scienze delle Professioni Sanitarie l'igienista dentale ha le competenze per occupearsi di prevenzione, sa collaborare fattivamente con altri professionisti della sanità al fine di far fronte al “bisogno salute” della popolazione, ha le conoscenze per coordinare team work allo scopo di ottimizzare l'efficacia di moderni servizi su territorio e gode della giusta autonomia d'azione per il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Terapia parodontale di sostegno nei pazienti parodontali e riabilitati con protesi tradizionali e implantari
Dott. Massimiliano Baiano

La terapia parodontale di sostegno viene utilizzata per il sostegno delle condizioni di salute ottenute dopo trattamento specifico, applicando un metodo prima diagnostico, intercettivo, e poi specifico, terapeutico.

Basic Package of Oral Care: nuova strategia dell'OMS per la salute orale
Dott.ssa Clelia Mazza

L'igienista dentale di comunità è una figura professionale non legata all'immagine collettiva che la vuole operante nello studio privato e che si interessa per lo più di prevenzione secondaria. E' questo, senza dubbio, un canale nuovo di sviluppo per l'igienista che trova ragione di essere nel divario sociale che aumenta sempre più sia in Italia che tra i paesi del mondo. La prevenzione è necessaria sempre, ma lo è ancora di più dove è presente l'emarginazione, il disagio, la povertà e le malattie gravi derivanti da essa. C'è un gap sempre più incolmabile tra il mondo produttivo, che crea, produce, quello del benessere, della tecnologia e quello che rimane indietro, quindi gli emarginati, i deboli, gli anziani, i bambini, spesso le famiglie. In questo si inserisce il lavoro dell'igienista negli interventi di comunità che, con la prevenzione primaria e secondaria, contribuisce a migliorare le condizioni di salute della popolazione e quindi, nel suo piccolo, contribuisce a mantenere la dignità delle persone più deboli e l'affermazione del diritto alla salute attraverso la prevenzione. Attraverso l'applicazione del Basic Package of Oral Care proposto dall'OMS, riconosciuto come un mezzo che con efficacia, efficienza, accettabilità e sostenibilità, migliora la salute orale della comunità in cui è applicato, si potrà intervenire sulla popolazione che necessita di intervento. Esso consiste in: AFT - Affordable Fluoride Toothpaste, ART - Atraumatic Restaurative Treatment, OUT - Oral Urgent Treatment.

Ergonomia per l’assistente alla poltrona
Dott. Sergio Nucci

Ergonomia è il termine con il quale si definiscono sia le conoscenze interdisciplinari sul fattore umano (provenienti dalla psicologia, dalle discipline mediche, dall’ingegneria e dalla progettazione), sia le procedure finalizzate a valutare e a progettare l’interazione degli individui con gli oggetti e/o le macchine che utilizzano, e con gli ambienti in cui svolgono le loro attività. Caratteristica dell’approccio ergonomico è la capacità di tradurre in gesti e atteggiamenti le conoscenze proprie di altre branche della conoscenza scientifica, al fine di armonizzare e migliorare la compatibilità tra il lavoro e l’ambiente circostante, producendo l’appagamento sia dell’operatore che dell’utente finale. In ambito odontoiatrico, l’ergonomia è divenuta con il tempo disciplina imprescindibile sia nella gestione della pratica quotidiana sia nella prevenzione di patologie da scorretta postura. Vengono trattate, seppur sommariamente, alcune procedure operative “ergonomicamente corrette” oltre che una serie di movimenti ed esercizi utili a scongiurare l’insorgenza di patologie muscolo-scheletriche, molto frequenti nella nostra disciplina.

Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro: D.L. n°81/08. Aggiornamento per i dipendenti
Dott. Gioacchino Pellegrino - Dott. Francesco Antonucci

La relazione verte in una prima fase sull’analisi della legge nella sua interezza, partendo dal percorso legislativo e dall’esperienza dell’applicazione del “vecchio” DLgs 626/94 e dall’evoluzione che in chiave di implementazione continua il concetto di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro sta subendo negli anni. Si analizzano quindi le definizioni nei vari “protagonisti” del D.L. e delle varie modalità di applicazione. Quindi si analizza la relazione di valutazione dei rischi entrando nello specifico delle tipologie dei rischi presenti nell’attività odontoiatrica. Il tutto, pur nel rispetto della complessità della norma, cerca di semplificare attraverso numerosi esempi le modalità di applicazione della legge in ambito odontoiatrico e di rendere partecipi, nel percorso di aggiornamento, i dipendenti dello studio odontoiatrico nel tentativo di far diventare quanto contenuto nel DL 81/98 un’opportunità e non un peso per la professione.

Donne odontoiatra: professioniste e imprenditrici. Affrontare le criticità dell'impegno femminile nella libera professione
Dott.ssa Giustina Napoli

A fronte di una sempre maggiore “femminilizzazione” dell'odontoiatria, e in antitesi con l'immagine di una professione intesa come libera, privilegiata e dai grandi margini di redditualità, si impone la necessità di evidenziare invece l'esistenza di una scarsa consapevolezza circa le criticità esistenti proprio quando essa viene interpretata al femminile. E' evidente che le donne hanno conseguito, anche sul piano operativo, risultati di eccellenza in ogni settore, tuttavia il carico dell'organizzazione familiare continua a gravare prevalentemente su di esse. E' inevitabile quindi che il quotidiano sforzo di bilanciamento tra vita professionale e vita familiare, che di fatto si traduce in una minore disponibilità di tempo e nell'impossibilità di una pienezza di impegno professionale, comporti di conseguenza una minore produzione di reddito. Riconoscere e valorizzare questo ruolo “polivalente” delle donne è importante al fine di tutelarne il diritto ad essere mamme, figlie, ma anche libere professioniste e imprenditrici. L'idea di un momento sindacale nazionale su questa tematica nasce grazie alla lungimiranza dell'attuale dirigenza nazionale ANDI e dall'impegno di chi ha voluto fortemente portare in evidenza il problema, considerandolo centrale per la professione tutta. In quest'ottica, e con l'obiettivo ambizioso di arrivare alla stesura di un documento sindacale, l'incontro vuole rappresentare un “passaggio successivo” di approfondimento rispetto ai lavori del gruppo “Odontoiatria al femminile”, svoltisi nel corso del VII Congresso Politico tenutosi a Verona nel dicembre 2007.

La gestione dei piccoli difetti ossei in implantologia
Dott. Alfonso Caiazzo

La rigenerazione ossea guidata (GBR) occupa, oggi, una parte importante nelle riabilitazioni con impianti per un posizionamento corretto e protesicamente guidato degli impianti stessi. I piccoli difetti ossei (deiscenze e fenestrazioni) sono quelli che più frequentemente l'operatore si trova ad affrontare. L'utilizzo di tecniche e materiali adeguati garantiscono un successo predicibile e ripetibile. Durante il workshop, verranno analizzati i materiali di elezione della GBR e la loro corretta applicazione a seconda dei casi clinici. Alla fine della parte teorica, i partecipanti avranno la possibilità di utilizzare i materiali su difetti creati su modelli.

 

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