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09 nov 2020
A quando gli aiuti per i liberi professionisti?


“Non possiamo più attendere”
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, Carlo Ghirlanda, richiede un intervento urgente del Governo per l’inclusione dei liberi professionisti nelle misure di ristoro.

Rischia di diventare paradossale la situazione degli Odontoiatri, la cui coscienza civica e professionale impone di mantenere gli studi dentistici aperti, pur con le gravi conseguenze economiche rappresentate dalle limitazioni alla circolazione imposte ai cittadini.

“La sovrapposizione dei problemi legati alla pandemia, alle scadenze fiscali, alle gravi incertezze sugli esiti delle attività professionali per causa delle restrizioni nei confronti dei cittadini e delle tante attività commerciali attualmente vietate o contingentate determinano una condizione di precarietà economica estremamente pericolosa per i liberi professionisti – scrive il Presidente nazionale ANDI, Carlo Ghirlanda a CONFPROFESSIONI- che non sembra essere riconosciuta nelle misure che il Governo si appresta a varare nel prossimo decreto “ristoro”. Il criterio di risarcire solo le attività chiuse, infatti, non tiene conto degli effetti delle limitazioni sugli studi professionali, formalmente aperti ma pesantemente penalizzati dalle restrizioni definite dal Governo.

Oltre ai danni economici della pandemia, che ci colpiscono duramente, la beffa di essere invisibili nel momento dell’assegnazione dei cosiddetti ristori.

Sembra, purtroppo, di rivivere la spiacevole situazione degli scorsi mesi, quando i professionisti sono stati senza ragioni esclusi dal contributo a fondo perduto. Con l’ulteriore paradossale discriminazione tra chi esercita l’attività in forma societaria, ammesso, e chi singolarmente, ignorato.

Noi Odontoiatri prevediamo per il 2020 un calo di fatturato del nostro settore che sfiora il 30 %, in particolare a carico dei giovani professionisti.

Le altre categorie professionali presentano le stesse previsioni: non è possibile che i liberi professionisti non siano sostenuti, e questa scelta appare sempre di più essere una specifica volontà governativa. Per questo motivo abbiamo richiesto a CONFPROFESSIONI un intervento urgente nei confronti del Governo a nome non solo di ANDI, ma di tutte le libere professioni”

“Mantenere gli studi dentistici aperti è oggi, più che mai necessario. – sottolinea il Presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri (CAO), Raffaele Iandolo – Tra le conseguenze del precedente lockdown, si è registrato l’aggravamento di patologie pregresse dovute al rallentamento

delle visite di controllo e di quelle differibili. Poter mantenere la continuità terapeutica è dunque imprescindibile.
Gli studi dei Dentisti sono sempre stati luoghi estremamente sicuri, oggi più che mai. I protocolli che la categoria ha adottato e coerentemente mantenuto, alla luce delle esperienze pregresse e dell’evidenza scientifica, si sono confermati idonei a tutelare in massima misura dal contagio, sia i professionisti e i loro collaboratori che i pazienti.”

Lo certifica anche il recente rapporto INAIL che non ha registrato nessun caso tra i dipendenti degli studi odontoiatrici, mentre una ricerca dell’Associazione Dentisti Americani (ADA) indica un numero di contagi inferiore all’uno per cento tra gli odontoiatri statunitensi (Leggi articoli QUI).

Va infine sottolineato che la situazione relativa agli approvvigionamenti di dispositivi di protezione individuale (DPI) sia molto cambiata dallo scorso marzo e che, a parte alcune eccezioni, tutti gli studi hanno le necessarie scorte di DPI a disposizione.

Leggi l’articolo pubblicato da ANSA




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